DPO Video Fast Training – Check list per verificare privacy in occasione cessazione rapporto di lavoro

Pubblichiamo un utile video relativo alla check list che un Responsabile della Protezione dei Dati (Data Protection Officer, DPO) può utilizzare per assicurarsi che tutti gli aspetti della privacy siano stati adeguatamente gestiti in occasione della cessazione del rapporto di lavoro.
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Privacy / DPO – Gli errori che un DPO deve evitare nel realizzare l’aggiornamento annuale

Premessa: L’importanza dell’aggiornamento annuale del DPO

Il ruolo del Data Protection Officer (DPO) è cruciale all’interno delle organizzazioni che trattano dati personali, come delineato dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) dell’Unione Europea. La normativa richiede che il DPO mantenga una conoscenza approfondita della legge sulla protezione dei dati e delle pratiche di gestione dei dati. Di conseguenza, l’aggiornamento annuale delle competenze del DPO non è solo raccomandato, ma si configura come una necessità per assicurare la conformità alle normative in continua evoluzione e per affrontare le sfide emergenti nel campo della protezione dei dati.

## Errori da Evitare

### 1. **Trascurare le novità legislative e regolamentari**
L’ambito della protezione dei dati è in costante evoluzione. Un errore comune è quello di non aggiornarsi sulle ultime novità legislative e giurisprudenziali, compromettendo così la capacità dell’organizzazione di rimanere conforme.

### 2. **Sottovalutare l’importanza della formazione pratica**
Limitarsi a un aggiornamento teorico senza applicare le conoscenze attraverso esercitazioni pratiche è un errore che può lasciare il DPO impreparato a gestire situazioni reali.

### 3. **Ignorare l’evoluzione tecnologica**
La tecnologia svolge un ruolo sempre più centrale nella raccolta e nel trattamento dei dati. Non tener conto delle nuove tecnologie e delle relative implicazioni sulla privacy può esporre l’organizzazione a rischi significativi.

### 4. **Omettere l’analisi dei casi di studio**
L’apprendimento da situazioni reali e da casi di studio è fondamentale. La mancata analisi di queste situazioni può limitare la comprensione del DPO sui modi in cui la teoria si applica alla pratica.

### 5. **Tralasciare lo sviluppo di soft skills**
Le competenze comunicative e la capacità di gestire le relazioni interpersonali sono cruciali per un DPO. Trascurare lo sviluppo di queste soft skills può ostacolare l’efficacia del DPO nel suo ruolo di mediatore tra le parti interessate.

Il corso online Aggiornamento annuale DPO di Edirama

In risposta a queste sfide, il corso online “Aggiornamento annuale DPO” offerto da Edirama emerge come soluzione ottimale per i DPO che cercano di evitare questi errori comuni. Questo corso si distingue per diversi motivi:

### 1. **Contenuto Aggiornato**
Il corso fornisce aggiornamenti completi sulle ultime normative e sulle migliori pratiche nel campo della protezione dei dati, assicurando che i DPO siano sempre al passo con i tempi.

### 2. **Approccio Pratico**
Il corso permette ai DPO di applicare concretamente le conoscenze acquisite, migliorando così la loro preparazione a gestire situazioni reali.

### 3. **Focus sulla Tecnologia**
Il corso dedica una sezione significativa all’analisi delle nuove tecnologie e del loro impatto sulla protezione dei dati, preparando i DPO a fronteggiare le sfide poste dall’innovazione tecnologica.

### 3. **Software Professionale per DPO**
Un valore aggiunto significativo del corso è l’accesso a software professionale specificamente progettato per i DPO, che facilita la gestione delle attività quotidiane legate alla protezione dei dati e migliora l’efficienza del lavoro.

## Conclusione

Evitare gli errori comuni nell’aggiornamento annuale è fondamentale per mantenere l’efficacia del DPO. Il corso online “Aggiornamento annuale DPO” di Edirama, con il suo approccio olistico e pratico, rappresenta una soluzione eccellente per assicurarsi che i DPO siano ben equipaggiati per navigare il complesso panorama della protezione dei dati.

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Dati personali del lavoratore – Quando il datore di lavoro può negare l’accesso

Quando il datore di lavoro può negare l’accesso ai propri dati personali del lavoratore che ne fa richiesta?
Le ordinanze del 6 e 14 settembre 2023 del Garante della privacy danno lo spunto per una riflessione su quali dati personali il datore di lavoro deve mettere a disposizione del lavoratore che ne fa richiesta.
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In questo video le risposte su questo argomento:  i dati da comunicare, la forma dei dati, le sanzioni e la difesa dal diniego.

KPI PRIVACY – Misurazione delle Performance del Processo Privacy Aziendale – Software in Formato MS Excel

Se siete un consulente sulla privacy o un Responsabile della Protezione dei Dati (DPO), sapete quanto sia vitale per il vostro ruolo la possibilità di monitorare, misurare e migliorare le pratiche di privacy. Ecco perché abbiamo creato “KPI PRIVACY”,  il software che farà la differenza nella vostra gestione della privacy.

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Il “KPI PRIVACY” è progettato per fornire un quadro chiaro e quantificabile dell’efficacia delle politiche di privacy, consentendo di identificare rapidamente le aree che richiedono un miglioramento. E non solo: il software è facile da usare e include istruzioni dettagliate su come impostare e monitorare i vostri KPI.

Sia che stiate lavorando con una grande azienda o un piccolo business, “KPI PRIVACY” è l’utensile che vi aiuterà a migliorare la conformità alla normativa, ridurre il rischio di violazioni dei dati e, in definitiva, a fornire un servizio migliore ai vostri clienti.

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Categorie: DPOPrivacy

Newsletter del Garante Privacy 499 del 24/1/2023

Sanità: Garante sanziona tre Asl friulane per uso algoritmo

Il Garante per la privacy ha sanzionato tre Asl friulane [doc. web n. 9844989, 9845156, 9845312] che, attraverso l’uso di algoritmi, avevano classificato gli assistiti in relazione al rischio di avere o meno complicanze in caso di infezione da Covid-19.

Le Asl avevano elaborato i dati presenti nelle banche dati aziendali allo scopo di attivare nei confronti degli assistiti opportuni interventi di medicina di iniziativa e individuare per tempo i percorsi diagnostici e terapeutici più idonei.

Nel corso dell’istruttoria dell’Autorità, che si era mossa dopo la segnalazione di un medico, è infatti emerso che i dati degli assistiti erano stati trattati in assenza di una idonea base normativa, senza fornire agli interessati tutte le informazioni necessarie (in particolare sulle modalità e finalità del trattamento) e senza aver effettuato preliminarmente la valutazione d’impatto prevista dal Regolamento Ue in materia di protezione dati.

L’Autorità ha ribadito che la profilazione dell’utente del servizio sanitario, sia regionale o nazionale, determinando un trattamento automatizzato di dati personali volto ad analizzare e prevedere l’evoluzione della situazione sanitaria del singolo assistito e l’eventuale correlazione con altri elementi di rischio clinico, può essere effettuata solo in presenza di un idoneo presupposto normativo, nel rispetto di requisiti specifici e garanzie adeguate per i diritti e le libertà degli interessati, mancanti nel caso di specie.

Accertate dunque le violazioni e valutato che nel caso specifico le operazioni, attraverso l’uso di algoritmi, avevano riguardato dati sulla salute di un ingente numero di assistiti, il Garante ha ordinato a ognuna delle tre Aziende di pagare la sanzione di 55.000 euro e di procedere alla cancellazione dei dati elaborati.

Whistleblowing: sì del Garante privacy al recepimento della direttiva Ue

Parere favorevole del Garante privacy sullo schema di decreto legislativo che dà attuazione alla direttiva (UE) 2019/1937 del Parlamento europeo e del Consiglio, la cd. direttiva whistleblowing.

Lo schema di decreto riconduce ad un unico testo normativo la disciplina relativa alla tutela delle persone che segnalano violazioni di norme, tra le quali quelle in materia di protezione dati, di cui siano venute a conoscenza in ambito lavorativo, sia pubblico che privato. Dall’ambito di applicazione del decreto sono escluse contestazioni o rivendicazioni di carattere personale nei rapporti individuali di lavoro o di impiego pubblico e le segnalazioni di violazioni in materia di sicurezza nazionale o di appalti relativi ad aspetti di difesa o sicurezza nazionale.

Lo schema di decreto legislativo recepisce pressoché tutte le indicazioni fornite dall’Autorità al Governo nell’ambito dei lavori preliminari alla stesura del testo attuale, con particolare riguardo alla nozione di violazione, al perfezionamento degli obblighi di riservatezza, alla revisione del termine massimo di conservazione della documentazione.

Lo schema prescrive che il canale di segnalazione deve garantire la riservatezza assoluta del segnalante, delle persone coinvolte e del contenuto della segnalazione stessa (anche mediante il ricorso alla crittografia).

Le segnalazioni possono essere effettuate in forma scritta, anche con modalità informatiche, in forma orale, per telefono o attraverso sistemi di messagistica vocale, oppure infine mediante un incontro diretto. Le informazioni sulle modalità per effettuare il whistleblowing devono essere pubblicate nel sito internet del datore di lavoro in modo chiaro, visibile e accessibile. Con le stesse modalità e garanzie di riservatezza è inoltre prevista la possibilità di effettuare la segnalazione su di un canale esterno attivato presso l’ANAC in caso di assenza o inefficacia dei canali di segnalazione interna, di timore di ritorsione o pericolo per l’interesse pubblico.

Le segnalazioni possono essere conservate solo per il tempo necessario alla loro definizione e comunque per non più di cinque anni a decorrere dalla data di comunicazione dell’esito finale.

Bando per DPO – scadenza 17/12/2022

Ente pubblico di rilevanza regionale con sede in centro Italia, che opera nell’ambito dei servizi, ha pubblicato il bando per affidare l’incarico di DPO a un professionista iscritto all’albo degli Avvocati o dei Commercialisti da almeno 5 anni, con comprovata formazione in ambito privacy.
L’importo previsto dell’incarico triennale è 30.000 euro.
Scadenza bando: 17/12/2022

Maggiori informazioni dal seguente link

Pubblicato il Modello TIA – transfer impact assessment – valutazione impatto trasferimento dati

Privacy – Pubblicato il Modello TIA – transfer impact assessment – valutazione impatto trasferimento dati

Formato MS Word – 14 pagine. – contenuti da compilare con i dati specifici del trasferimento dati
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Che cos’è una valutazione dell’impatto del trasferimento (TIA)?

Una valutazione dell’impatto del trasferimento (TIA) è un tipo di valutazione del rischio che consente a organizzazioni come l’EDD (cioè “esportatore di dati”) di determinare se le SCC o altri meccanismi ai sensi dell’articolo 46 del GDPR, che si intendono utilizzare per trasferire dati personali all’esterno al SEE, forniscono un livello di protezione adeguato nelle circostanze specifiche di tale trasferimento.

Il TIA deve valutare se le leggi e le pratiche nel paese al di fuori del SEE (cioè il paese terzo) in cui i dati personali vengono trasferiti o da cui si accede, forniscano una protezione “sostanzialmente equivalente” e non influiscano sull’efficacia delle SCC o di altri meccanismo di cui all’articolo 46 del GDPR utilizzato per facilitare il trasferimento dei dati.

Se l’esito del TIA è che le leggi e le pratiche del paese terzo incidono sull’efficacia del meccanismo dell’articolo 46 del GDPR, allora l’EDD (cioè l’”esportatore di dati) deve identificare e adottare misure supplementari per portare il livello di protezione per il trasferito i dati personali fino al livello di protezione dell’UE.