Archivio mensile:novembre 2018

La polizza assicurativa come soluzione ai rischi informatici

Il paracadute della polizza contro i danni causati dai cyber banditi. Questa la via prudente che uno studio di professionisti dovrebbe imboccare per migliorare ulteriormente il proprio livello di sicurezza dopo l’ingresso nell’era del Gdpr.
«I nuovi asset per i professionisti sono quelli immateriali e, se non tutelati adeguatamente, c’è il concreto rischio di chiudere l’attività», premette Vincenzo Aliotta, director di Aon, gruppo leader nella consulenza dei rischi e delle risorse umane, nell’intermediazione assicurativa e riassicurativa. In altre parole i provvedimenti generalmente presi per tutelare i dati dei terzi non sempre sono efficaci rispetto agli attacchi sferrati dagli hacker. «Per altro si pensa che i rischi maggiori siano quelli causati a terzi – continua Aliotta – sottovalutando quello che potrebbe accadere all’attività del professionista che spesso non acquista la copertura a tutela dei danni propri».

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Privacy, a sei mesi dal Gdpr la situazione si sta assestando

Il peggio sembra essere passato, anche se rimangono aperti alcuni problemi come la costante formazione che deve essere erogata alle molte funzioni che, volenti o nolenti, debbono interloquire con il responsabile aziendale della protezione dei dati personali, o Data protection officer (Dpo).

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Il Garante privacy all’Agenzia delle entrate: la fatturazione elettronica va cambiata

Il Garante per la protezione dei dati personali ha avvertito l’Agenzia delle entrate che il nuovo obbligo della fatturazione elettronica, così come è stato regolato dall’Agenzia delle entrate, “presenta rilevanti criticità in ordine alla compatibilità con la normativa in materia di protezione dei dati personali”. Per questo motivo ha chiesto all’Agenzia di far sapere con urgenza come intenda rendere conformi al quadro normativo italiano ed europeo i trattamenti di dati che verranno effettuati ai fini della fatturazione elettronica [doc. web n. 9059949].

E’ la prima volta che il Garante esercita il nuovo potere correttivo di avvertimento, attribuito dal Regolamento europeo, attraverso un provvedimento adottato anche a seguito di alcuni reclami.

Il nuovo obbligo di fatturazione elettronica – esteso a partire dal 1 gennaio 2019 anche ai rapporti tra fornitori e tra fornitori e consumatori – presenta, secondo il Garante, un rischio elevato per i diritti e le libertà degli interessati, comportando un trattamento sistematico, generalizzato e di dettaglio di dati personali su larga scala, potenzialmente relativo ad ogni aspetto della vita quotidiana dell’intera popolazione, sproporzionato rispetto all’obiettivo di interesse pubblico, pur legittimo, perseguito.

Entrando nel merito del nuovo sistema di e-fatturazione il Garante ha rilevato una serie di criticità. In primo luogo, l’Agenzia, dopo aver recapitato le fatture in qualità di “postino” attraverso il sistema di interscambio (SDI) tra gli operatori economici e i contribuenti, archivierà e utilizzerà i dati anche a fini di controllo. Tuttavia non saranno archiviati solo i dati obbligatori a fini fiscali, ma la fattura vera e propria, che contiene di per sé informazioni di dettaglio ulteriori sui beni e servizi acquistati, come le abitudini e le tipologie di consumo, legate alla fornitura di servizi energetici e di telecomunicazioni (es. regolarità nei pagamenti, appartenenza a particolari categorie di utenti), o addirittura la descrizione delle prestazioni sanitarie o legali. Altre criticità derivano dalla scelta dell’Agenzia delle entrate di mettere a disposizione sul proprio portale, senza una richiesta dei consumatori, tutte le fatture in formato digitale, anche per chi preferirà comunque continuare a ricevere la fattura cartacea o digitale direttamente dal fornitore, come garantito dal legislatore.

Ulteriori problemi pone il ruolo assunto dagli intermediari delegabili dal contribuente per la trasmissione, la ricezione e la conservazione delle fatture, alcuni dei quali operano anche nei confronti di una moltitudine di imprese, accentrando enormi masse di dati personali con un aumento dei rischi, non solo per la sicurezza delle informazioni, ma anche relativi a ulteriori usi impropri, grazie a possibili collegamenti e raffronti tra fatture di migliaia di operatori economici.

Anche le modalità di trasmissione attraverso lo SDI e gli ulteriori servizi offerti dall’Agenzia (come la conservazione dei dati) presentano criticità per quanto riguarda i profili di sicurezza, a partire dalla mancata cifratura della fattura elettronica, tanto più considerato l’utilizzo della PEC per lo scambio delle fatture, con la conseguente possibile memorizzazione dei documenti sui server di posta elettronica.

Una preventiva consultazione dell’Autorità, peraltro stabilita dal previgente Codice privacy e dal nuovo Regolamento Ue, avrebbe potuto assicurare fin dalla progettazione l’avvio del nuovo sistema con modalità e garanzie rispettose della protezione dei dati personali, introducendo misure tecnico organizzative adeguate in tutta la filiera del trattamento dei dati personali per la fatturazione elettronica.

Il provvedimento del Garante è stato inviato anche al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell’economia e delle finanze per le valutazioni di competenza.

Roma, 16 novembre 2018

Le abilità richieste al #DPO

La  professione di DPO oltre a richiedere determinate competenze professionali, esige delle abilità personali che possono essere con la formazione sviluppate e migliorate.

Quando parliamo di abilità personali lo facciamo partendo da un punto: le funzioni del DPO.

Tipicamente il Dpo è una figura intermedia in azienda, un supervisore che deve sostanzialmente assicurare che il sistema privacy giri a regime e nel caso di problemi, è l’interfaccia con il Garante e gli organi di controllo.

In tale contesto il DPO deve possedere abilità personali in grado di gestire le molteplici situazioni che si possono creare in azienda.

Mentalità aperta, diplomazia, versatilità, perseveranza, fermezza, capacità di comunicare, di analisi, di sintesi, di controllo, di convincimento, di gestione dei conflitti, di iniziativa e di lavorare in gruppo.

Il DPO deve avere ottime capacità  di relazionarsi con gli altri. Queste caratteristiche sono innate,  ma si possono sviluppare con un percorso formativo ad hoc.

Non a caso abbiamo inserito il corso La gestione dei conflitti sui luoghi di lavoro nei nostri corsi per DPO e nella sezione formazione di Clubdpo.com.

Per fornire ai DPO utili elementi per svolgere al meglio la propria professione.

 

 

Nuove FAQ risolte privacy europea

L’area FAQ di www.clubdpo.com è stata aggiornata con nuove FAQ risolte

Puoi accedere alle FAQ anche dal prodotto FAQ Privacy europea

Nuovi quesiti risolti

Nel nostro ufficio ci sono fascicoli in archivio che hanno anche 20 anni. Per quanto tempo vanno conservati i dati e quando invece devono essere cancellati?

Nel nostro studio indichiamo il nome del cliente sulle copertine dei fascicoli. E’ corretto?

Sono un libero professionista titolare di un piccolo studio con una segretaria e un collaboratore. Ognuno di noi utilizza un pc. Devo comunque redigere il registro dei trattamenti?

Per la manutenzione e l’aggiornamento del software, il nostro studio si rivolge a una società informatica con la quale abbiamo un abbonamento. Quali precauzioni dobbiamo applicare?

Il commercialista può assumere nei confronti dei propri clienti la figura di titolare autonomo del trattamento per la sua attività professionale contabile?

Per la pubblicazione su una rivista no profit, delle foto fatte in occasione di feste, occorre il consenso scritto delle singole persone?

Se un dipendente non acconsente al trattamento e alla diffusione dei dati personali, si elabora comunque il cedolino paga?